20.9.04

Giulianini campione del MONDO!!!

di Paolo Cuccu
Sono ancora vivi nelle orecchie di chi vi ha preso parte i trionfali echi di questo mondiale bolognese, come è ancora vivissimo il rammarico che chi non ha potuto esserci ed ha dovuto vivere questa stupenda avventura con gli occhi degli altri. Trasmettere le emozioni provate in questa due giorni di calcio da tavolo è molto difficile. L’impatto che si ha avuto all’ingresso del “paladozza” è stato di una fortissima emozione, tutto quello che si è sempre sognato di vedere per il subbuteo si era avverato: il palazzetto dello sport, le bandiere delle nazionali, la televisione, i campi perfetti, la cura dell’organizzazione, lo staff con i microfoni auricolari, un sogno che si avvera insomma Per un attimo, brevissimo lo ammetto, stordito da tanta bellezza, ho cercato di scorgere una bandiera a cinque cerchi,. Si perché in fondo tutto questo dentro un’olimpiade non avrebbe affatto sfigurato. Ho impiegato una buona mezz’ora a riacquistare lucidità e rendermi conto di cosa stava succedendo, insomma si stava giocando un campionato del mondo!

Si era solo al girone eliminatorio, però già le prime sorprese si potevano vedere, l’asso belga David Ruelle veniva eliminato al termine di una partita-spareggio con l’austriaco Robert Lenz. Reti a grappolo ma alla fine era il teutonico a passare il turno. I nostri andavo avanti tranquilli, in fondo per lo squadrone più forte del mondo non può essere un girone a rappresentare uno scoglio significativo. Cominciava l’eliminazione diretta, insomma cominciava la gara, quella dove le mani davvero cominciano a tremare. La prima vittima di questo turno è purtroppo azzurra: Massimo Bolognino. Opposto al carneade inglese Short non riusciva a imporre il suo gioco, incredibile ma vero, il campano era avulso, lento e macchinoso come non sa essere. Snaturare il proprio gioco è deleterio in ogni occasione, figuriamoci in mondiale. L’inglese, dal canto suo, si galvanizzava ogni minuto di più, ogni tiro sbagliato da Massimo era un passo in più verso un clamoroso traguardo. E questo traguardo si materializzerà in una vittoria ai piazzati. Massimo rimane attonito, quasi sconcertato, si siede vicino al campo, sembra quasi aspettare la rivincita, quasi non può credere che questo mondiale sia già finito. Aveva preso gusto a vincere in questi ultimi mesi: il Major proprio a Bologna, poi i Campionati Italiani, il World Master ed infine il Major a Mattersburg, passando per il G.P. della Campania che fa pur sempre statistica, partiva come favoritissimo, invece il beffardo destino di uno sportivo è sempre in agguato. Dopo David Ruelle tocca a Massimo chinare la testa e lasciare il campo di gara. Il turno successivo vedeva un'altra illustre eliminazione: Antonio Mettivieri, messo sotto dal greco Koutis, dalla parte opposta del palazzetto Giulianini soffrira incredibilmente contro il “solito” Short. L’inglese passa in vantaggio, Giancarlo pareggia, ancora avanti Short ed ancora Giancarlo ad impattare. Pochi secondi dal termine della partita, oramai si intravedono i fantasmi del turno precedente, ma stavolta qualcosa cambia, sull’ultimo tiro Giancarlo trova la freddezza necessaria per accedere ai quarti di finale. Ai quarti arriva anche il superveterano degli azzurri: Stefano DeFrancesco, che supera per 3-2 Robert Lenz, come già lo superò in aprile in Scozia. Autentici fuochi artificiali nei quarti di finale, Massimiliano Nastasi vinceva una delle partite più ricche di reti degli ultimi mondiali, 5 a 3 contro l’asso portoghese Vasco Guimaraes. Ancora una partita vinta per DeFrancesco, stavolta elimina uno dei favoritissimi: Alain Hanotiaux, nel parziale Perugia-Napoli esce un bel 2-0, siamo ai mondiali, è vero, ma anche il futuro riserverà mille sfide, portarsi avanti col lavoro non guasta mai…. Si profila all’orizzonte l’arrivo della sorpresissima della giornata, l’olandese-viaggiante Erci Verhagen, con lui il conto Perugia-Napoli sale a 3-0, a fare le spese della giornata di grazia di Eric è il grandissimo Gil Delogne. Semifinali con tre italiani su quattro, sacrosanto. Anche se dopo le eliminazioni precocissime di Bolognino e Mettivieri si temeva qualche altra brutta sorpresa. Il derby attesissimo è quello tra Nastasi e Giulianini, tutti siamo su quel campo per vedere chi la spunterà. La partita è tesissima, lo scorso hanno fu la finale, quest’anno ci assomiglia tanto anche se è arrivata con un turno di anticipo. L’altra partita quasi non a guardiamo, almeno all’inizio. Tutti abbiamo in mente la finale dell’Open di Scozia: DeFrancesco-Verhagen 6-0. Pensiamo che Stefano avrà facilmente ragione del suo neo-acquisto, ma Stefano vede lungo, ha sempre detto che l’olandese ha ampi margini di miglioramento, che non ha ancora espresso appieno il suo potenziale. E chi si immaginava che decidesse di esprimerlo tutto nello stesso giorno? Stefano stenta, e visibilmente teso, la partita si trascina sino al supplementare sullo 0-0. La nostra attenzione scivola lentamente su questo campo, tanto dall’atro match (anche quello inchiodato sullo 0-0) un italiano uscirà, qui invece si rischia. Le nostre paure prendono corpo sull’urlo di Verhagen, la corsa impazzita verso una immaginaria curva di tifosi mette fine alla corsa di Stefano. Peccato. La finale è quindi tra Giulianini, anche lui vincente al supplementare su Nastasi, e la sorpresissima Verhagen. Sulla carta l’olandese parte ancora favorito, ma nella mente di tanti ci sono tutte le finalissime perse da Giancarlo: campionati italiani 2003 e 2004, Campionati del Mondo 1998 e 2003, la paura di una beffa è forte, la voglia di vincere di Verhagen tanta. I fantasmi sembrano prendere corpo già nella prima frazione di questa finalissima: Verhagen 1 Giulianini 0. Nella ripresa Giancarlo parte tranquillo, il riposo lo ha rinfrancato, non bada al tempo che passa, non si lascia andare al nervosismo, non forza i colpi e dopo un paio di buoni presupposti arriva il meritato pareggio. La partita scivola via sino al supplementare. Qui, si sa, comincia la roulette russa, ogni palla può essere il colpo buono. Sul più bello, un bel forcing di Giancarlo, arriva la più classica delle doccie scozzesi, contropiede di Verhagen che lo porta a tirare con la biglia centrale tra l’area di rigore e la linea dell’area di tiro. Tiro facilissimo in qualsiasi torneo, ma non al mondiale, non alla finale, non al golden goal. Eric si concentra, prende la mira, ma la mano non è salda, non è quella fermezza tipica del campione. Parte una autentica fucilata, prima il rumore sordo della biglia che batte sulla traversa poi nulla, il cuore si ferma, la palla non si vede però in fondo al sacco…si materializza sulla linea laterale alla sinistra di Giancarlo. Laterale!! Non è entrata, il cuore ricomincia a battere, tutti respirano nuovamente, contemporaneamente. Giancarlo batte una rimessa lenta verso l’altra parte del campo, oramai è la voglia di vederlo vincere da parte di tutti che sospinge quella pallina verso l’area di tiro di Verhagen. La pallina entra, Verhagen sbaglia la difensiva, tiro per Giancarlo, tutti sono pronti a spingere quella pallina per l’ultima volta, verso l’ultima meta, la vittoria! Ma come in un thriller che si rispetti c’è sempre il colpo di scena finale. Giancarlo esita, poi opta per un ulteriore colpetto, tanto per assestare meglio la mazzata. L’olandese è tenace, difensiva e chiusura quasi perfetta. Giancarlo tira, ma non è un tiro libero, è solo una carambola in corner. Delusione generale, ma si continua volentieri a soffrire, in fondo pochi istanti prima eravamo morti. Giocarlo batte, stavolta benissimo. Verhagen, fino a pochi istanti prima precisissimo, sbaglia banalmente (chissà quanto a tremato quella mano). Tiro lungo, defilato sulla destra di Giancarlo, ma non troppo, “si può fare” pensiamo tutti. Chissà cosa ha pensato Giancarlo, forse alla difensiva di poco prima, meglio non rischiare, o chissà a cosa altro…o chi altro. La mano non trema però, come non deve ad un campione. Tiro. Tutti cerchiamo con gli occhi la biglia, ed è lì, in fondo al sacco. Giancarlo è campione del Mondo!!
la home page dei mondiali, I RISULTATI COMPLETI